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Il Mondo è Libero. Un articolo di Nera Luce

Il Mondo è Libero. Un articolo di Nera Luce

Il Passaggio da una Misura Relativa della Visione, ad una Visione Assoluta, comporta innumerevoli trasformazioni, alcune delle quali profondamente contro-intuitive, del modo in cui si legge sia la Realtà sia gli Altri. Una delle prime conseguenze è, a mio avviso, nel recedere progressivo di tutte quelle formule di Visione che hanno ancora carattere proiettivo e soggettivante, lo svuotamento di senso cui vanno incontro tutte le valutazioni aventi carattere comparativo o perlomeno l’importanza specifica assegnata ad esse nella successiva operazione di autodeterminazione. Parlando in altri termini, si potrebbe osservare come la sopravvivenza della necessità di fondare la propria autodeterminazione sul compromesso che la proiezione altrui intende creare, od anche sulla specifica dinamica attuantesi nel progressivo adeguamento che tale compromesso, giunto al suo equilibrio massimo, alimenta, ha senso solo fintanto che la Misura Visuale assunta nell’Essere non sia quella Assoluta, vibrante di un ipseità non solo sentita, ma conseguita e fissata. Prendiamo lo specchio dell’umanità, osservandola da epoche, cicli, stadi evolutivi diversi, e notiamo come essa sia mutata parallelamente a tali cangiamenti, e non perchè sia mutata in se stessa (parlando ora in termini generali), ma perchè a mutare è stata la dinamica configurativa dell’Essere che ne raccoglieva Visione, Percezione e frequenza. In tutte le fasi che precedono la vista Assoluta, l’altro, era misurato, sia in se stesso che rispetto a come entra in noi la sua percezione, secondo misure relative, anche in presenza di una tensione, in colui che vede, verso il Trascendente. Lo dimostra il fatto che il parametro valutativo, stavo giusto riflettendo poco fa, quando settato su dimensioni relative, fa riferimento ad esse e risente della mutevolezza con cui la proiezione si riafferma alle frequenze più materiche. L’altro, in pratica, diventa oggetto di interesse, critica, riflessione, e quant’altro, proprio perchè la misura visuale relativa, non avendo un ipseità, ha continuo bisogno di portarsi fuori da sè, abbracciano la dimensione comparativa nella sua relatività, estraendo poi da essa conclusioni, deduzioni, soluzioni, risposte. Ed è questa la misura dell’uomo comune, in cui il confronto con i suoi simili consapevole o meno che sia, ed a qualunque livello operi, è necessario per la sopravvivenza non solo dell’io, ma è anche l’unico veicolo attraverso cui avviene una determazione di sè. Determinazione di sè che non è di livello superiore, ma è strettamente vincolata, per poter esistere, alla misura che l’altro, portando con il suo essere indeterminato, determina entro il compromesso, crea nella contiguità delle frequenze. Egli quindi, dentro questa misura, può dunque essere ancora colpevole di qualcosa, od ancorchè meritevole, sulla base di considerazioni che si nutrono solo di misure relative, soggettivizzanti, e la realtà stessa, nell’estensione della riflessione che abbia questo nucleo focale, è colpevole o meritevole, sempre su tale base e sempre secondo misure visuali relative. Ma perchè insieme alla visione assoluta, cessando il dualismo oppositorio, cessa anche la percezione stessa di colpa o merito, e il confronto smette di avere qualunque senso? Non la misura relativa che si “crede” assoluta, ma quella assoluta che pur accettando l’esistenza di quelle relative, e potendo gestire la dialettica cmunicativa di queste stesse, si porta “fuori”. “Fuori” da ciò che l’uomo comune ha per unico modo di intendere, pensare, valutare, riuscendo finalmente a Vedere questo flusso incessante e relativo, impermanente e privo di importanza, che occupa quasi l’intero spettro attenzionale dell’uomo ordinario. Lo si vede, e lo si abbraccia come una Visione neutra, priva di assegnazione di colpe, meriti ne valori, ma soprattutto ne si comprende la natura in un atto di Conoscenza Pura. E’ qui che cessano le lotte, le concorrenze, le proiezioni, non avendo più bisogno di sostenere la determinazione del sè con la misura relativa, essa viene vista in quanto priva di importanza, ed appunto “relativa”. Relativa a colui che, assegnandogli un importanza soggettiva enorme per la sua determinazione, e proprio perchè in quell’ordine di frequenza ciò è in parte anche naturale ed inevitabile processualità, non ne è “uscito”. Da qui, parte poi una nuova dinamica Visuale che vede il Mondo come insieme di Fatti, piuttosto che di proiezioni, “fatti dati” nella Visione immediati nella Comprensione intuitiva. E si apre un Panorama completamente diverso dal precedente, in cui nessuno ha Colpa per ciò che è, ed opera, ne tanto meno si può intendere quale “inferiore” e o “superiore” qualunque configurazione diversa dalla Propria, e ciò proprio perchè non esiste una misura relativa per l’Assoluto. Gli Assoluti e le ipseità sono Cosmi in estensione che non entrano in alcun rapporto con il resto, poichè ne sono “fuori” pur essendone al contempo “dentro” nella forma. E vi sono dentro solo “nella forma del movimento” , secondo moti propri, per cui a parità di azione non esiste un parametro basato su misure visuali relative appicabili, ma esiste solo un unica Visione che ne può restituire il Significato autentico, completo, ed assoluto, del suo Essere, e tale è un altra Visione Assoluta. Menchemeno nessuna Visione Relativa, potrà mai accordarsi a tale frequenza, ne comprenderne lo statuto. Contro intuitivo, in tutto ciò, è che si scopre qui, che tutto ciò che era accordato all’Essere era già in Essere, e rispetto a ciò l’altro era Altro, e come tale ora viene concepito. “Altro” nel senso di “qualcosa che non potrà mai fungere da riferimento per nulla” e che “non sarà mai riferibile a nulla che riguardi il sè trascendente”. Diciamo che si passa attraverso questo errore dato da una visione relativa che protesa all’assoluta si crede talvolta ciò che non è, ma il segno della determinazione del se nell’ipseità è invero proprio questo essere “fuori” . Lì dove cessano sia le colpe che i meriti l’altro diventa a sua volta qualcosa che ha un suo diritto di esistere nell’unico modo in cui il suo grado evolutivo permette di essere, senza che ciò entri dentro una sfera di riflessione dal carattere comparativo o proiettivo, ed in questo modo l’altro è anche davvero “libero” da noi, e noi da lui. Poichè finchè si tenda alla comparazione, o essa rappresenti un mezzo privilegiato per la determinazione del se, o per dirla in altri termini, finchè si provilegerà una misura visuale relativa al posto di una assoluta, nessun mondo è “Libero”. Il Mondo diventa “LIBERO” nel momento in cui la Visione assoluta sposta l’asse visuale in un modo che resta ed è comunque incomunicabile. Ed incomunicabile si comprende che è, solo quando tale stato visuale sia avvicinato e non prima. E qui sorge la comprensione conseguente ed assoluta del Silenzio a tale riguardo, proprio perchè la Comunicabilità di tale stato esiste solo a parità di Stati e attraverso il Silenzio. Solo a questo punto il mondo è libero, è solo a questo punto Liberi si esiste in esso, uniti in Forma ed Essere, essendosi autodeterminati.
(Nera Luce)

La rettificazione dell’Istinto nell’Uomo Differenziato.

La rettificazione dell’Istinto nell’Uomo Differenziato.

Fondamentale da comprendere questo concetto relativo sia all’ “egemonikon” che alla dinamica “attiva” (vedi citazione terminale), poichè nell’uomo non differenziato alcuna di queste proprietà si manifesta, ne tanto meno Essa diviene oggetto di un Lavoro su di Sè a lungo termine, che permetta, mediante eradicazione delle qualità di ordine inferiore e basso, l’estrazione dell’oro filosofale o qualità superiori. E infatti il passo conseguente e conseguito espresso nei termini ” ti è lecito fare ciò di cui sai che, se vuoi, puoi anche astenerti”, non ha solo valore normativo, ma è qui da intendersi come configurazione dell’Essere conseguita integralmente: per cui tale frase rappresenta un fatto attuantesi nell’Essere ancor prima di un’orientamento.

La monumentale recensione del libro “Sesso e Male. Inoculazione e Paradossi della morale nella società del Babbuino Sapiens”

La monumentale recensione del libro “Sesso e Male. Inoculazione e Paradossi della morale nella società del Babbuino Sapiens”

       “La Profondità dell’Ombra”

Sesso e Male. Anamnesi di un Opera Abissale, scavando nella Terra, protesi verso la Libertà.

di

                                                          Samael King

Multiforme, Eclettica Opera al Bianco in cui molteplici Significati vanno stratificandosi e nuovamente riconvergendo verso l’essenza, come dentro una struttura concentrica. Utilizzando una varietà di registri linguistici, si va da una graffiante satira accompagnata dall’uso ad HOC di linguaggio scurrile -che ricorda il miglior Bukowski od una versione evoluta di Irvine Welsh- ad uno stile profondamente analitico e filosofico in cui rivivono alcuni echi dell’ultimo Evola, fino a giungere ad afflati immaginifici di “nietzschiana” memoria, con imponenti esortazioni dal sapore profetico. Tutto ciò all’interno di un Opera che intende trasmettere il vivido senso della Schiavitù umana in primis, in una rilettura caustica e disarmante, e di come questo processo inizi fin dalla nascita, attraverso l’interiorizzazione della morale tramandata negli stessi modelli e costumi sociali. Potremmo arrivare a dire che da quando il “babbuino sapiens” ha messo piede sulla terra, egli si è organizzato in sodalizi masochistici via via più complessi e funzionali. Nessuno scopo “complottista” in questo libro, poiché l’autore brilla in lucidità analitica e a questa lucidità, fin dalle sue prime opere, rimanda tutta la rilettura di qualsiasi tematica.  È l’intera Razza Umana che qui è sotto “accusa”, nel suo ricreare modelli viziosi di schiavitù e gabbie mentali alimentantesi a vicenda in una spirale senza fondo.  L’Umano, troppo Umano di Nietzsche risuona spesso, ed è perno concettuale attorno a cui già la prima opera della collana Diventa un dio o muori, “Non serviam. Libertà e Superuomo” (di cui questo libro è seconda parte), era interamente focalizzata. Qui la questione del superamento dell’umano entra dallo sfondo, ma fa comunque da base fondante.Il discorso evolve a partire da un punto centrale estremamente chiaro, ma potentissimo: l’educazione ricevuta fin dalla “prima apparizione al mondo”, risente di numerosi tentativi intenzionali di “plagio”, interiorizzati all’interno dal tramandamento di determinati modelli morali a partire dal primo contesto di esperienza in “famiglia”, al fine di trasformare il nuovo arrivato -già in questa fase- in uno schiavo senziente, felice ma soprattutto non consapevole. È qui che, con linguaggio crudo e a tratti grottesco, viene descritta una sorta di “discesa negli inferi “del giovane verso l’età adulta, utilizzando esempi di massima efficacia.

<Dalla famiglia ai passanti un’ovazione di malcontento
solleverà un triste velo sul gesto, in sé stesso bellissimo e
dionisiaco, e quella prima scintilla di libertà pannica sarà
stroncata senza pietà fin dagli albori.
Pervertito, malato, scarto umano, inadeguato bastardo
senza gloria. Lo sguardo bieco di disapprovazione voleva
che ti pentissi del tuo gesto, facessi ammenda, riflettessi
sulle tue azioni, ritraessi lo stendardo della libertà per una
più umile attitudine al servire, obbedire.
O sarai castigato.
Il volto contratto di un giovane Pan che non capisce, non
si capacita, ma alla fine accetta il fardello pur di vivere
insieme agli altri senza ostilità. Non si accorge che quel
servire gli schiavi, quel primo atto di accettazione, è già
una resa, un tradimento della natura: l’inizio di una vita in
cui non potrà mai fare davvero ciò che vuole, ma solo ciò
che gli altri gli permetteranno di fare.
La fedeltà nella coppia si dà spesso proprio come
momento di altissima summa morale, e conquista il
sistema con le sue molteplici degenerescenze.
Ordine sociale, prevedibilità di marketing, introiti
sicuri per gli esercizi commerciali, sconti per vacanze
in coppia, pacchetti 2×1 ma mai 3×2, ricchezza a
palate per tutti e approvvigionamento per il sistema
educativo, che si prende carico i nuovi nati per farli
diventare perfetti babbuini nel futuro.
La famiglia, la coppia, diventa specie protetta, che per
assicurarsi prosperità in eterno apre mutui per
comprare case che finiranno di pagare a 60 anni>>

L’assunto fondamentale che percuote tutta l’Opera è che l’associazione Sesso-Male introiettata sia strumento elettivo, ad opera del Sistema Intero, e quindi non solamente ad opera della Chiesa, per rimuovere la Libertà Umana ad ogni livello, a partire dalla rieducazione del Pensiero per arrivare alle fondamenta dell’Essere. Con la demonizzazione del Sesso ha inizio in pratica tutto il processo di decadenza ed involuzione umana. La rinnegazione degli Atavismi Animali, o meglio “la loro sovrascrizione”, espropriando la Potenza dall’Umano, rimettendo tutto all’uso della ragione, lo avvia rapidamente verso un’innaturale esistenza dominata da norme, ricatti, minacce. La ricerca della distanza dall’animale è ciò che consacra l’uomo alla sua finale miseria, e nasce da qui la figura del “babbuino sapiens”, contrapposta a quella dell’“animale-dio” che troviamo in “Non serviam. Libertà e Superuomo”. Ciò conduce al configurarsi di una riflessione successiva di enorme valore metafisico ed esistenziale, esposta con caustica irriverenza:

<<Sesso e Morte sono intramontabili Potenze eterne.
Troie che liberano e preti che castrano. Il Male andava
regimentato per questo motivo, in nome di questa
Verità Assoluta, che nella fenomenologia diventava
una verità tangibile pericolosamente contagiosa.
Bisognava limitare il pericolo che i portatori di libertà
incarnavano, emarginandone le figure, rendendole il meno esemplari possibile, associandole a stereotipi stigmatizzanti.
Una società libera è una società fiera, e non può essere
manipolata>>

Nella Storia osserviamo il tessersi di un filo conduttore comune, in cui l’imposizione sibillina di “valori etici religiosi” in qualunque modo sia stata portata avanti, ha comunque sempre avuto tutto l’interesse ( e di un interesse produttivo si tratta)  a limitare l’espressione libera ed istintuale di quelle Potenze eterne, che l’autore identifica in “Sesso e Morte”,   ed in cui abita il germe della distruzione di qualsiasi sistema di governo: dai Faraoni agli Imperi ma anche fino alle Repubbliche moderne. L’argomento viene poi ulteriormente approfondito con un illuminante ed eclettica rilettura della psiche, in cui sia l’aperta dichiarazione di guerra alla psicologia tradizionale così come la sfacciata affermazione secondo cui “l’inconscio non esiste”, sono sostenute dalla formazione accademica specialistica in neuropsicologia dell’autore.  La morale, secondo Nera Luce, è penetrata anche all’interno delle discipline psicologiche, le quali in gran parte sostengono un’idea di uomo “sano” in linea con la morale cristiana. Dando, aggiungo io “a Cesare ciò che è di Cesare”.

In “Non Serviam. Libertà e Superuomo” le considerazioni erano prevalentemente orientate allo scopo fornire un valido Percorso Iniziatico all’Uomo del XXI secolo, in cui risuonano echi Evolianisia di “Rivolta contro il mondo Moderno” che di “Cavalcare la Tigre”. In questo invece, l’analisi prosegue e diventa Urlo di Libertà ed Inno alla Potenza del Primordiale, partendo dal Primum Mobile degli Atavismi: Il Sesso.

“Dove un istinto naturale si sarebbe mosso fuor da
separandi per scopare, aggredire od uccidere, glorificando
sé stesso nell’atto di far conseguire da natura altra natura,
si stabilisce l’esigenza di un giudizio, di un limite, si
contrappone un’etica.
L’uomo moderno che opera senza etica è considerato
pericoloso, dannoso, malato, ed espressione di un male
che deve essere regimentato, punito, rimesso in riga. Colui
che si sottrae alla ragione, che segue la Potenza della sua
pura Natura in Essere, è, nella sua irragionevolezza, un
selvaggio. Contagioso. Esemplare. La sua azione nel
mondo irrompe al modo di una cascata che non teme lo
straripamento oltre l’argine, e il suo straripare pone in luce
una diversa possibilità dell’essere nel mondo,
completamente libera.
Libertà, Sesso e Morte, sono i grandi sottrattori della
ragion debole: essi hanno un Potere senza tempo.
Vivono dentro la Natura, sono essi stessi potenze della
Natura, alimentano e fomentano altra Natura.”


Appaiono nell’opera sporadici ma estremamente significativi episodi di vita reale che vogliono rappresentare sia un monito che un insegnamento.
Ritengo particolarmente pregnantel’episodio dell’uomo anziano che finalmente libero dai condizionamenti moralistici trasmessigli dalla famiglia bigotta, scopre ed esprime la sua sessualità alternativa in tarda età: lo potremmo definire oggi un crossdresser.
Questo brano è per me estremamente rivelatorio ed emblematico:


<<Nel Cortile c’è un anziano vestito da donna che ad un
certo punto, vai a capire, si è reso conto. Sua grazia
consapevolezza è apparsa all’orizzonte, illuminando
la Coscienza e rischiarando la Vista.
Ha sofferto nel non poter essere sé stesso, ha sofferto
nuovamente quando ha dovuto ammettere quanto era
stato debole e cieco. Ma la seconda sofferenza lo ha
portato ad una diversa libertà, virtus, spingendolo
nell’ombra e resuscitando quegli atavismi mai
scomparsi, sempre verdi e ora pronti a sbocciare come
una magnifica rosa rossa.
La Natura non si può cancellare, si può solo
sovrascrivere in modo più o meno efficace.
Un pensiero liberato che si riprende la sua Libertà di
prenderlo in culo, risponde nel modo esatto alla verga
del prete babbuino, ossia sghignazzando demoniaco.>>

Negli ultimi tre capitoli l’opera assume una nuova configurazione, evolvendo le tracce che erano state qua e là gettate durante tutta la parte precedente, e mutando completamente registro. Eliminata l’equazione sarcastica inizia un apoteotica parentesi metafisica, in cui si affronta il percorso di “Discesa nell’ Ombra”.

<<La dialettica interiore, in cui la lotta tra istinto e
ragione finché resta di natura oppositiva non
scaturisce in alcuna soluzione, nella sua
frammentazione basta a tenere la distanza dalla
Sostanza dell’Ombra, abbastanza a lungo da o
dimenticarsene o essere troppo in là con gli anni.
Anche se non sempre è sufficiente.
Il conflitto tra natura e apparenza è per alcuni talmente
prepotente, da portare alla rottura comportamentale
completa, alla discesa completa nell’Ombra, all’inizio
di un percorso che si protende verso la Libertà dal
Male, passando per quello stesso Male.
venenum quod est medicamento>>.
Nera Luce, Sesso e Male.

È al di là delle implicazioni meramente fisiche che la questione viene dunque nuovamente ricollocata, mettendo in luce come la riappropriazione dell’elemento Primordiale nella sessualitàrappresenti “anche”un processo interiore, spirituale, ed Iniziatico, di discesa nella propria Ombra o Anima.

Non aspettatevi assolutamente un peace&love Free sex agli hippies californiani, soprattutto considerando che Nera Luce è profondamente legata ad autori come Evola, Nietzsche e Heidegger, a quell’idea così ben espressa nella frase di apertura dell’opera:

“Bisogna che esistano delle forze originariamente indomite, le quali conservino in una qualche maniera e misura questa loro natura anche presso la più rigida aderenza ad una disciplina”

JULIUS EVOLA

A questo proposito sono altrettanto essenziali gli ultimi due capitoli.

<<La fuoriuscita del primordiale iniettato di inumano Caos
sottrae completamente la spinta vitale ordinaria all’uomo
per moltissimi anni. La lunga notte dell’anima.
Sopravvivere a questo, nel mondo, senza sottrarsi
fisicamente ad esso, è la prova della prima soglia.
Chi avanza oltre, realizzando ciò che è necessario a questo
stadio, e ne esce intatto, oltrepassa e viene sospinto
rapidamente verso il fondo.
Tutto il suo movimento di ascensione terminale è animato
dalla sola volontà dell’anima o Daimon, la quale s’accorge
che oltre l’aberrazione, un nuovo governo è subentrato: il
suo>>
Nera Luce: Sesso e Male: Capitolo 8: V.I.T.R.I.O.L.

Come considerazione conclusiva a questa recensione, invito il lettore interessato a queste tematiche, alla lettura del mio libro “I Segreti del Tantra Nero”, in cui sono sparsi numerosi approfondimenti tematici curati dallo stesso autore Nera Luce, nonché per la sua affinità, sia pure in tutt’altro ambito, con alcuni concetti esposti in “Sesso e Male”.

In Nera Luce le profondità sono, appunto, Abissali.

Il suo testo è una guida perfetta per la Liberazione dell’uomo nell’era del Kali Yuga.

LEGGETELO!!!

Samael King

Cortometraggio introduttivo a “Sesso e Male”, il nuovo disarmante libro di Nera Luce, Inno alla Natura e alla Libertà dell’Essere

Cortometraggio introduttivo a “Sesso e Male”, il nuovo disarmante libro di Nera Luce, Inno alla Natura e alla Libertà dell’Essere

Oggi, Con 🔥l’Equinozio di Ostara🔥 esce la nuova Opera di Nera Luce
💥 “Sesso e Male. Inoculazione e Paradossi della Morale nella società del Babbuino Sapiens“ 💥Edizioni Black Diamond di Nera Luce. Libri per l’evoluzione della Coscienza. Con questo bellissimo cortometraggio introduttivo dell’Opera nel giorno della sua uscita , porgo a tutti voi i miei Auguri!
🥀È tempo di Libertà, Natura e Danze!

“Sesso e Male” Una Disarmante e Caleidoscopica rilettura della Miseria Umana, nel nuovo capolavoro di Nera Luce, in uscita ad Aprile 2024.

“Sesso e Male” Una Disarmante e Caleidoscopica rilettura della Miseria Umana, nel nuovo capolavoro di Nera Luce, in uscita ad Aprile 2024.

Può la Morale essere inoculata talmente in profondità, fin dai primi anni di vita, al punto da sovrascrivere completamente la mente, cancellare l’espressione manifesta dell’autentica personalità e debilitare l’espressione fenomenologica degli istinti vitali dell’uomo?

La risposta per l’autore è sì, e non solo. Ciò è quanto serve a creare una società inconsapevole di schiavi felici che servono schiavi ed educano altri schiavi alla schiavitù.

E il culmine sottrattivo di questo processo, retroagibile solo “scavando nell’ombra” è l’assopimento della forza vitale dell’anima vivente in ogni Uomo.

Dal visionario talento letterario Nera Luce, vincitore del Premio Penne d’oro della Letteratura italiana 2020 con il racconto “Ordalie del quotidiano esistere” tratto dal libro “L’Era del Diamante Nero. Storia e Visione di una Quarantena ai tempi del Coronavirus”, arriva il secondo libro della Collana “Diventa un dio o muori”, inaugurata con il dissacrante “Non serviam. Libertà e Superuomo”.

NON SERVIAM. Libertà e Superuomo. Il Nuovo Capolavoro di Nera Luce in uscita a Gennaio

NON SERVIAM. Libertà e Superuomo. Il Nuovo Capolavoro di Nera Luce in uscita a Gennaio

Ci siamo! Stà per uscire il nuovo attesissimo capolavoro scritto da Nera Luce “Non serviam. Libertà e Superuomo”. Acquistabile sul sito www.edizioniblackdiamond.com dal 14 gennaio….

“Un popolo di schiavi è un popolo debole, vendibile al miglior compratore, disposto ad ogni compromesso.

Dategli qualcosa da comprare e convincetelo che sia più utile della libertà, e per averlo si piegherà a pecora per prenderlo nel culo ogni giorno, nella sera che tramonta e tace sull’Uomo Assoluto.

Un’escalation del terrore che forgia adulti incapaci di pensare, di tornare indietro e capire cosa è successo alle origini, quando tutto è iniziato, ed il Mondo è diventato un luogo dove non essere e non sentirsi più liberi, perché ci sono gli altri.

Gli altri schiavi, che creano schiavi, e educano menti alla schiavitù.

Gli stessi che mettono gli uccelli in gabbia, che amano gli zoo, che hanno sempre consigli non richiesti, che si impegnano a mandarti a scuola, a insegnarti a non tirarti fuori il cazzo in pubblico per pisciare. Decoro cazzo! Dignità umana. Rispetto per gli altri. Noi non siamo più animali.!”

Nera Luce, “NON SERVIAM. Libertà e Superuomo”